23/04/2019
Giorni fa ero in una seconda elementare per un laboratorio. La mia assistente ha proposto un gioco ed ha cominciato a chiamare "ragazzi" i bimbi coinvolti. Dopo il gioco le ho fatto presente che ad 8 anni sono bambini e così vanno chiamati...al gioco successivo di nuovo: "ragazzi venite qua! ragazzi fate piano!" Insomma non ce la faceva!
Mi capita spesso anche durante le animazioni di sentire genitori che chiamano ragazzi gli invitati di 5-6-7 anni!
Non è solo una parola! Le parole veicolano significati, modus operandi e relazioni.
Un adulto che chiama ragazzo un bambino lo mette (e si mette rispetto a lui) su un piano completamente sbagliato.
Un ragazzo non è un adulto però, a differenza del bambino, è un individuo col quale un adulto può ragionare ad un livello diverso, con il quale la relazione deve essere diversa rispetto a quella che si ha col bambino (più adulta appunto).
I bambini non hanno bisogno di ragionare alla pari con gli adulti, hanno bisogno di sentire che c'è un adulto che li guida a cui loro si possono affidare.
Chiamare ragazzo un bambino di 6 anni è il sintomo che abbiamo abdicato al nostro ruolo di guida, che si investe il bambino di una responsabilità troppo grande per lui e soprattutto non richiesta.
D'altronde è proprio la natura che, con lo sviluppo puberale, indica chiaramente quando un bambino termina di esserlo.
Quindi per favore fino a 12-13 anni chiamiamoli bambini...gli facciamo un gran regalo!
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